Film del 2011 di J.J. Abrams ambientato in un America a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. La storia viene raccontata attraverso gli occhi di Joe, un ragazzino tredicenne rimasto da poco orfano di madre, con un padre che non riesce a capirlo, una cotta assurda per una sua compagna di scuola (interpretata da una straordinaria Elle Fanning sorella minore di Dakota) e un impresa epica da portare a termine con i suoi amici: girare un film in super 8 sugli zombie in perfetto Romero style. (adolescenti che sognano il cinema e giocano a fare film… Solo a me ricorda Dawson’s creek?)
Fin qui tutto bene se non fosse che Super 8, almeno all’inizio, sembra tutto tranne quello che è per davvero, ossia un film sugli alieni. Ma non gli alieni di ridleyana memoria terrificanti e spietati che ti entrano dentro e ti spappolano le budella. L’alieno di super 8 fa ritornare alla memoria film come incontri ravvicinati del terzo tipo e alla fine ti ritrovi a fare il tifo per l’alieno, che non è tenerello come E.T. però, come lui, vuole solo tornare a casa ma si ritrova suo malgrado prigioniero in un mondo che non lo vuole e non lo capisce. L’alieno smette d’essere mostruoso e terrificante per diventare riflesso di una crudeltà che non è sua ma bensì umana.
E.T. è dicisamente più carino |
da vedere e se proprio non vi piace il genere fatelo per il bambino/a che è in voi, di sicuro gradirà
frasi preferite: mi ha puntato addosso una pistola...una pistola....è la prima volta che un professore mi punta una pistola contro.
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